(Preghiere del Re e dei suoi principali saggi): “Oh Signore Parashurama, Oh figlio di Renuka, Oh attrazione di tutti, Oh liberatore dei mondi, gentilmente vieni sotto questo santo albero Amalaki ed accetta i nostri umili omaggi.”
(Vasishtha Muni a Re Mandhata): “Quindi pregarono l’albero Amalaki:”(Preghiere del Re e dei suoi principali saggi): “Oh Amalaki, Oh discendente del Signore Brahma, tu puoi distruggere tutti i tipi di rezioni ai peccati. Ti preghiamo di accettare i nostri rispettosi omaggi e questi umili doni. O Amalaki, tu sei ora la forma di Brahman e tu fosti adorato dal Signore Ramachandra stesso. Chiunque ti giri attorno viene quindi immediatamente liberato da tutti i suoi mali.”
(Vasishtha Muni a Re Mandhata): “Dopo aver offerto queste eccellenti preghiere, Re Chitraratha ed i suoi sudditi rimasero svegli durante la notte, pregando ed adorando in accordo alle prescrizioni che regolano il sacro digiuno di Ekadasi. Ecco che durante l’auspicioso periodo di digiuno e preghiera, un uomo molto irreligioso si avvicinò all’adunata, un uomo che manteneva sé stesso e la sua famiglia uccidendo animali. Gravato sia dalla fatica che dal peccato, il cacciatore vide il Re ed i cittadini di Vaidisha osservare Amalaki Ekadasi rimanendo svegli tutta la notte, digiunando ed adorando il Signore Vishnu nella cornice della bellissima foresta, che era brillantemente illuminata da così tante lampade. Il cacciatore si nascose nei paraggi, domandandosi cosa fosse quella straordinaria vista davanti a lui.”(Il cacciatore nascosto, pensa tra sé): “Cosa sta succedendo qui?”
(Vasishtha Muni a Re Mandhata): “Ciò che il cacciatore vide in quella amabile foresta sotto il santo albero Amalaki, era la divinità del Signore Damodara che veniva adorata sopra ad un vaso d’acqua, come se lo stesso fosse un sedile e ciò che il cacciatore udì erano i devoti che cantavano inni sacri che descrivevano la forma trascendentale ed i passatempi del Signore Krishna. Suo malgrado, l’assassino fermamente irreligioso di uccelli e animali innocenti trascorse quindi l’intera notte in grande stupore, guardando la celebrazione di Ekadasi ed ascoltando la glorificazione del Signore. Subito dopo il sorgere del Sole, il Re ed il seguito reale, inclusi i saggi di corte e tutti i cittadini, completata la loro osservanza di Ekadasi, ritornarono alla città di Vaidisha. Anche il cacciatore, quindi, ritornò alla sua capanna e felicemente mangiò il suo pasto. A tempo debito il cacciatore morì ma il merito guadagnato dal digiuno di Amalaki Ekadasi e dall’ascolto della glorificazione della Suprema Persona di Dio, come anche l’essere stato sveglio durante tutta la notte ad osservare quanto stava accadendo davanti ai suoi occhi nella foresta, lo rese qualificato per ottenere una nascita come un grande Re dotato di molti carri, elefanti, cavalli e soldati. Il suo nome era Vasuratha, il figlio del Re Viduratha e governò sul regno di Jayanti. Re Vasuratha era forte e senza paura, effulgente come il Sole e affascinante come la Luna. In forza era come il Signore Vishnu e nel perdono era come la Terra stessa. Molto caritatevole e veritiero, Re Vasuratha sempre rendeva servizio d’amore devozionale al Signore Supremo, Vishnu. Egli divenne quindi molto esperto nella conoscenza Vedica. Sempre attivo negli affari di stato, godeva nel prendersi cura in modo eccellente dei suoi sudditi, come se essi fossero stati suoi propri figli. Non gli piaceva l’orgoglio ed era pronto a sfasciarlo quando lo vedeva in qualcuno. Effettuava molti tipi di sacrifici e si assicurava che i bisognosi nel suo regno ricevessero sufficiente carità. Un giorno, mentre cacciava nella foresta, Re Vasuratha si allontanò dal sentiero e perse la sua strada. Vagò per qualche tempo ed infine stanco, sostò sotto un albero ed usando le sue braccia come cuscino, cadde addormentato. Mentre stava dormendo, alcuni barbari indigeni lo trovarono e ricordando la loro ostilità di vecchia data verso il Re, iniziarono a discutere tra di loro sui vari modi per ucciderlo. (I selvaggi dicono tra loro): “È perché egli ha ucciso i nostri padri, madri, fratelli, nipoti, e zii, che siamo costretti a vagare senza meta come tanti pazzi nel bosco.” (Vasishtha Muni a Re Mandhata): “Così dicendo, si prepararono ad uccidere il Re Vasuratha con varie armi, tra cui lance, spade, frecce e corde mistiche. Ma nessuna di queste armi mortali potevano anche solo toccare il Re dormiente e presto tra i non civilizzati mangiatori di cani, crebbe la paura che presto minò la loro forza ed in poco tempo persero quel poco di intelligenza che avevano, diventando quasi incoscienti dallo smarrimento e dalla debolezza. Improvvisamente una meravigliosa donna apparve dal corpo del Re, sorprendendo gli aborigeni. Decorata con molti ornamenti, emettendo un profumo meraviglioso, indossando una ottima ghirlanda intorno al collo, le sopracciglia disegnate in uno stato d’animo di ira, gli occhi rossi come fiamme, sembrava la morte personificata. Con il suo ardente disco chakra la donna sterminò rapidamente tutti i cacciatori tribali che avevano cercato di uccidere il Re nel sonno. Proprio in quel momento il re si svegliò, e vide tutti i morti che si trovano intorno a lui e si stupì. Si chiese:”(Re Vasuratha chiede a sé stesso): “Questi sono tutti grandi miei nemici! Chi li ha uccisi così violentemente? Chi è il mio grande benefattore?”
(Vasishtha Muni a Re Mandhata): “In quel momento il Re sentì una voce dal cielo:” (Voce dal cielo): “Chiedi chi ti ha aiutato. Bene, chi è quella persona sola che può aiutare qualcuno nel bisogno? Egli non è altri che il Signore Keshava, la Suprema Persona di Dio, Colui che salva tutti coloro che hanno preso rifugio in Lui, senza azione egoistica.” (Vasishtha Muni a Re Mandhata): “Ascoltate quelle parole, Re Vasuratha divenne sopraffatto dall’amore per la Persona di Dio, il Signore Keshava (Krishna). Ritornò quindi nelle sua città dove governò come un secondo Signore Indra (Re delle regioni celesti), senza alcun ostacolo.” (Il venerabile Vasishtha Muni conclude): “Quindi, Oh Re Mandhata… chiunque osservi questa santa Amalaki Ekadasi indubbiamente otterrà la suprema dimora del Signore Vishnu, talmente grande è il merito religioso guadagnato grazie all’osservanza di questo più sacro giorno di digiuno.” Così termina la storia delle glorie di Phalguna-sukla o Amalaki Ekadasi, dal Brahmanda Purana.NOTA: Se l’albero Amarlaki non è disponibile allora adorare la sacra pianta Tulsi. Anche piantando i sacri semi di Tulsi ed offrendole lampade accese.
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