Viviamo in un sogno, in una rappresentazione teatrale o un film, in cui ci identifichiamo con il corpo, che è illusorio, temporaneo. La realtà è che siamo eterni, nessun essere vivente è mai nato e mai morirà. Inoltre, compiendo il proprio dovere, rinunciando ai frutti delle azioni, non corriamo il rischio di generare Karma ovvero reazioni alle nostre azioni e pensieri, che ci porteranno a rinascere in continuazione, perpetuando l’identificazione con il corpo materiale, qualunque esso sia, fino al momento in cui ci stanchiamo di assistere allo stesso film, alla stessa rappresentazione teatrale che si ripete all’infinito sempre uguale e ci rivolgiamo alla sorgente di ogni conoscenza, che si trova nel cuore.
Molto importante è la frequentazione di persone buone, che conoscono le regole del gioco cosmico, che possono trasmettere valori positivi in grado di farci perdere la voglia di entrare in una sala cinematografica e di favorire lo sviluppo di austerità, pulizia, compassione e veridicità, che sono i principi della religione. Nel Bhagavata Purana si narra la storia del Re Prithu e di Indra che diede inizio alla cattiva abitudine di sfruttare un abito religioso per commettere attività colpevoli. Non bisogna quindi lasciarsi fuorviare dall’aspetto esteriore dei monaci con cui ci associamo. Entrando in un corpo materiale per soddisfare i nostri desideri, dimentichiamo che non siamo né una donna né un uomo né un animale o una pianta ma che siamo tutti pura identità spirituale, proprio come l’anima suprema conosciuta come Paramatma e di cui abbiamo la stessa natura. Il nostro compito è quello di elevarci oltre i sacrifici rituali per dedicarci allo studio della conoscenza trascendentale al fine di soddisfare Dio e per raggiungere la liberazione. Questo fu l’illuminante discorso fatto da Narada Muni a Re Pracinanabarhi che decise quindi di ritirarsi in meditazione a Kapilashrama.
Un giorno il Re Puranjana andò a caccia nella foresta Panchaprastha dove in modo spietato fece strage di molti animali innocenti, ben oltre le proprie necessità. Secondo le regole prescritte dalla civiltà vedica, è consentito cacciare soltanto alcuni tipi di animali ed anche quelli in numero limitato dalle necessità.
Maharaja Parikshit un giorno vide un uomo privo di qualità ma travestito da Re, che stava picchiando una mucca ed un toro. Il toro era già ridotto a reggersi su una sola zampa e la mucca piangeva. Parikshit comprese che il toro in realtà era la personificazione di Dharma e le sue zampe rappresentano i quattro principi della religione, austerità, pulizia, compassione e veridicità, e la mucca della personificazione della Terra, che piangeva per le sofferenze delle persone innocenti. Re Parikshit confinò il malfattore, rappresentazione dell’era di Kali, in quei luoghi dove la gente sceglieva di impegnarsi nella macellazione e nel consumo di carne animale, nel consumo di liquori, nella prostituzione, nel gioco d’azzardo e dove si accumula oro.
Jada Bharata era un grande saggio, arruolato come portatore della lettiga di Re Rahugana. Poiché Jada Bharata aveva un passo incerto per evitare di calpestare le formiche lungo il sentiero, causava sobbalzi alla lettiga in cui era trasportato il Re, che preso dalla collera insultò Jada Bharata che disse:
Mio caro Re, io non mi sforzo a trasportare il palanchino perché è il corpo che fa il lavoro. Forza e robustezza sono definizioni che si riferiscono soltanto al corpo ma l’anima non è né grassa né magra né toccata dalle sofferenze del corpo e della mente, dalla fame e dalla sete, dalla paura, dal dissenso o dal desiderio di felicità materiale, dalla vecchiaia, dal sonno, dall’attaccamento ai beni materiali, dall’illusione e dall’identificazione con il corpo. Tu sei convinto di essere il Re ma queste sono soltanto circostanze temporanee. Quando la mente è convinta di essere il corpo diventa la causa di tutte le sofferenze, creando malattie, illusione, depressione, attaccamento, avidità, ostilità ed un falso senso di intimità con questo mondo. Tutti i corpi esistenti non sono che polvere, combinazioni dell’elemento terra e in polvere ritorneranno. Persino l’universo appare come reale solo temporaneamente e verrà infine dissolto, quindi tutte le differenze tra i corpi che vi si trovano sono immaginarie. L’unica realtà è lo spirito che continua ad esistere eternamente e viene realizzato come Brahaman, Paramatma e Bhagavan. Per raggiungere questa realizzazione è necessaria la compagnia dei grandi devoti. Non è sufficiente osservare il celibato, seguire rigidamente le regole della vita di famiglia, accettare l’ordine di rinuncia o sottoporsi a grandi austerità. Invece la compagnia delle persone materialiste è molto pericolosa!
Fatevi un bel regalo! lasciate perdere gli extraterrestri e Satana e coltivate la conoscenza trascendentale in compagnia dei saggi che insegnano a seguire le regole etiche così da evitare di commettere offese verso altri esseri viventi. Che insegnano a vivere molto semplicemente e non fare differenza tra noi stessi e gli altri.