Dipinto sul ritrovamento della Vera Croce, di Jan van Eyck, pittore fiammingo, (Maaseik, 1390 circa – Bruges, 9 luglio 1441).
Dipinto sul ritrovamento della Vera Croce, di Jan van Eyck, pittore fiammingo, (Maaseik, 1390 circa – Bruges, 9 luglio 1441).

Vrinda è un nome di ragazza che in italiano è Radha; Basilico; Tulsi. Vrindavana si traduce quindi in “la foresta di Vrinda”, ovvero la foresta di Tulsi. Il basilico sacro (nome botanico: Ocimum tenuiflorum) è una pianta annuale erbacea, appartenente alla famiglia delle Lamiaceae, normalmente coltivata come pianta sacra in India. Basilico deriva dal latino basilicum e dal greco basilikós, ovvero “regale”. Ocimum significa “profumo”.

Nel Medioevo il basilico era usato per cacciare i diavoli dagli invasati, figure alle quali l’epilettico era assimilato. Più in generale, era credenza diffusa che il basilico potesse liberare l’aria dagli spiriti maligni, se tenuto su davanzali o nei pressi della casa. Altra usanza, quella di intingere le foglie in acqua oppure spargerle asciutte sul pavimento per scacciare influssi malefici. Al basilico era quindi attribuito il potere di tener lontani sia demoni che serpenti, scorpioni, animali velenosi vari, zanzare e altri insetti.

La diffusione di questa pianta dall’Asia in Europa si deve a Carlo Magno un famoso imperatore il quale diede ordine agli speziali del suo regno, di coltivare nell’orto dei Semplici il basilico, considerandolo una sorta di panacea per tutti i mali e quindi una sorta di garanzia di salute dei suoi sudditi.

La Vera Croce è il legno sul quale Gesù venne crocifisso. La reliquia sarebbe stata ritrovata a Gerusalemme nell’anno 327-328 dalla madre dell’imperatore romano Costantino I, Flavia Giulia Elena.

Secondo i resoconti del tempo, Flavia Giulia Elena, nota come Sant’Elena, disse che il Golgota era interamente ricoperto di basilico.

Gli ortodossi lo usano nelle chiese per ricordare le piantine presenti intorno alla tomba di Gesù. La tradizione popolare antecedente il Medioevo vede nel basilico una pianta amata per i suoi effetti sull’amore, sull’amicizia e sulla concordia.

Sarebbe opportuno incrementare notevolmente ed ovunque la piantagione di questa sacra pianta anche perché il suo solo profumo è in grado di purificare l’atmosfera, a beneficio di tutti gli esseri.

Se vedete delle persone offrire adorazione ad una pianta di Tulsi, non cadete nell’errore di considerarle come ignoranti che adorano il basilico!

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