Yudhisthira Maharaja disse: “Caro Signore Krishna, glorioso figlio di Vasudeva, Ti prego, sii misericordioso con me, e parlami dell’Ekadasi che cade nella luna calante del mese di Phalguna (Febbraio-Marzo).”
Krishna rispose: “O re dei re, Yudhistira, con molto piacere ti parlerò di questo grande digiuno, conosciuto come Vijaya Ekadasi. Chiunque lo osservi raggiunge sicuramente il successo in questa vita e nella prossima. Tutti i peccati di chi digiuna in questa Ekadasi e ne ascolta le glorie sublimi, sono sradicati. Un giorno Narada Muni chiese a Brahmaji, che siede sul fiore di loto, di parlargli di Vijaya Ekadasi. Narada disse:”
(Narada a Brahma): “O migliore tra i deva, per favore, spiegami i meriti che si ottengono osservando fedelmente Vijaya Ekadasi.”
(Krishna a Yudhisthira Maharaja): “Il grande padre di Narada rispose:”
(Brahma a Narada): “Mio caro figlio, questo giorno di digiuno, che risale all’antichità, è perfettamente puro e annienta ogni peccato. Fino ad oggi non avevo mai rivelato a nessuno questa verità, ma tu puoi comprendere al di là di ogni dubbio che questa Ekadasi concede il risultato indicato dal suo nome (Vijaya significa: vittoria).
Esiliato nella foresta per quattordici anni, il Signore Ramacandra si recò a Pancavati insieme a Sita devi e al Suo divino fratello Laksmana, per vivere là come mendicante. Allora, Sita fu rapita da Ravana, e Rama sembrò confuso dal dolore. Mentre cercava la Sua amata compagna, il Signore incontrò Jatayu, che era in punto di morte, e in seguito uccise il Suo nemico Kabandha. Il grande devoto avvoltoio Jatayu tornò a Vaikuntha, dopo aver narrato a Rama in che modo la Sua amata Sita fosse stata portata via da Ravana. Più tardi, Rama diventò amico di Sugriva, il re delle scimmie. Insieme, radunarono un immenso esercito di scimmie e di orsi e mandarono Hanuman a Sri Lanka, dove poté vedere Janaki, Sitadevi, in un giardino di alberi di asoka. Hanuman Le consegnò il messaggio di Rama, e poi tornò dal suo Signore con un messaggio di Sita, rendendo così un grande servizio a Dio, la Persona Suprema.
Con l’aiuto di Sugriva, il Signore Rama avanzò verso Sri Lanka. Arrivato alla spiaggia dell’oceano con il Suo esercito di scimmie, Ramacandra vide che quelle acque erano straordinariamente profonde e disse a Laksmana:”
(Ramacandra a Laksmana): “O figlio di Sumitra, come possiamo guadagnarCi meriti sufficienti per poter traversare questo vasto oceano, l’immesna dimora di Varuna? Non c’è modo semplice per attraversarlo, infestato com’è da squali e altri temibili esseri acquatici.”
(Krishna a Yudhisthira Maharaja): “Laksmana rispose:”
(Laksmana a Ramacandra): “O migliore tra tutti gli esseri, origine di tutti gli dei, persona primordiale, sappi che il grande saggio Bakadalbhya vive su un’isola lontana appena cinque chilometri da qui. O Raghava, questo saggio è vissuto così a lungo da vedere molti Brahma andare e venire. Chiediamo a lui di consigliarci come raggiungere senza pericolo il Nostro scopo.”
(Krishna a Yudhisthira Maharaja): “Rama e Laksmana SI diressero dunque veso l’umile ashrama dell’incomparabile Bakadalbhya Muni. Quando gli furono vicini, i due Signori gli offrirono rispettosi omaggi, come a un secondo Vishnu. Bakadalbhya, però, comprese che in realtà Ramacandra era Dio, la Persona Suprema, che per un Suo disegno era apparso sulla Terra come un essere umano. disse Bakadalbhya:
(Bakadalbhya al Signore Ramacandra): “O Rama, Tu che sei il migliore tra gli esseri umani, perché sei venuto nella mia indegna dimora?”
(Krishna a Yudhisthira Maharaja): “Il Signore rispose:”
(il Signore Ramacandra a Bakadalbhya): “O grande brahmana nato due volte, Io sono giunto qui, sulla riva dell’oceano, con il Mio esercito di scimmie e orsi, per attraversare il mare e sconfiggere Lanka e le sue orde demoniache. Tu che sei il più grande tra i saggi, sii misericordioso con Me e dimMi come posso attraversare questo immenso oceano. Questo è il motivo per cui sono venuto a trovarti oggi.”
(Krishna a Yudhisthira Maharaja): “Il saggio disse:”
(Bakadalbhya al Signore Ramacandra): “Signore Rama, Ti parlerò del più meraviglioso tra tutti i digiuni e osservandolo potrai certamente vincere Ravana e ottenere gloria. Ti prego di ascoltarmi con attenzione: Il giorno prima di Ekadasi, prepara un vaso d’oro o d’argento, o anche di rame. Persino la creta può andare bene, se non puoi trovare questi metalli. Riempi il vaso di acqua pura, poi decoralo graziosamente con foglie di mango. Coprilo e ponilo accanto a un sacro altare, sopra un mucchio di sette cereali. Poi fa le abluzioni del mattino, decora il vaso con ghirlande di fiori e pasta di sandalo, poi nel coperchio concavo sopra il vaso metti orzo, melograni e cocco. Ora, con grande amore e devozione, adora la Divinità nel vaso dell’acqua, e offriLe incenso, pasta di sandalo, fiori, una lampada di ghee, e un piatto di cibi prelibati. Veglia tutta la notte accanto a questo sacro vaso. In cima al coperchio riempito di orzo, cocco e melograno, poni una Murti d’oro raffigurante il Signore Narayana.
All’alba di Dvadasi, porta il vaso sulla riva di un fiume sacro, o anche in riva ad un laghetto. O re di re, dopo avergli offerto un’adorazione adeguata, offrilo con tutti gli ingredienti che abbiamo detto a un puro brahmana, esperto nella scienza vedica. Se Tu osserverai in questo modo Vijaya Ekadasi, con tutti i Tuoi generali, otterrai sicuramente ogni vittoria.”
(Brahma a Narada): “Il Signore Ramacandra, Dio, la Persona Suprema, fece tutto ciò che Gli aveva insegnato Bakadalbhya Muni e poté così vincere tutte le forze demoniache. Similmente, chiunque osservi Vijaya Ekadasi sarà sempre vittorioso in questo mondo mortale e dopo aver lasciato questa Terra risiederà per sempre nel regno di Dio. Figlio mio, Narada, da questo racconto puoi comprendere perché sia necessario osservare adeguatamente questo digiuno di Ekadasi, seguendo scrupolosamente tutte le sue regole. Questo digiuno è così potente da sradicare tutte le reazioni del peccato, persino quelle dei peccati più abominevoli.”
Il Signore Krishna concluse:
(Krishna a Yudhisthira Maharaja): “O Yudhisthira, chiunque legga o ascolti questo racconto otterrà lo stesso grande merito che si guadagna compiendo un sacrificio del cavallo.”
Così termina la narrazione delle glorie di Phalguna-Krishna o Vijaya Ekadasi, dallo Skanda Purana.
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