Agenda 2030 obiettivo N. 13 Lotta al cambiamento climatico. Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite (Unric).
Agenda 2030 obiettivo N. 13 Lotta al cambiamento climatico. Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite (Unric).

Si devono adottare misure urgenti per contrastare il cambiamento climatico ed i suoi impatti, regolando le emissioni e promuovendo gli sviluppi nell’energia rinnovabile.

 

Attraverso la conoscenza vedica ed i rituali dei sacrifici, che sono sorgente della felicità per tutti, si può apprendere la verità e gli dèi ricevono nutrimento quindi la pioggia viene donata per aiutare. I sacrifici vedici vengono svolti dai Brahamana, uomini pii attaccati ai loro doveri, sempre sul sentiero della virtù.

Grazie al compimento di sacrifici, si può godere dei frutti dell’esistenza e dopo la morte del corpo si potrà andare verso il pianeta che si desidera.

Gli uomini del Satya Yuga vivevano senza impedimenti e pieni di fede, avevano il cuore libero da ipocrisia, il loro nutrimento nasceva dalla spontanea osservanza del sacro e la saggezza li caratterizzava.

Nel Treta Yuga, si crearono ostacoli per la liberazione dell’anima e si instaurò il seme dell’iniquità nei loro cuori. Si iniziò la costruzione di rifugi per proteggersi dalla natura, innalzarono mura e villaggi e città e si dedicarono alla coltivazione di grani: riso, orzo, frumento, miglio, sesamo, lenticchie, fagioli e piselli. Questi prodotti agricoli, come anche molte erbe spontanee, venivano utilizzate anche per i sacrifici, insieme al burro chiarificato (ghi). Ecco un esempio di “circolarità e sostenibilità” vera, non gli slogan da supermercato, in cui gli sforzi umani sfociavano nel compimento dei sacrifici vedici che sono un servizio essenziale per l’umanità. Purtroppo, specie nell’attuale era di Kali Yuga, i Veda sono abusati e predomina una vita malvagia, si rinuncia ai doveri e si sprofonda nell’iniquità.

I Brahamana che hanno condotto una vita religiosa, dopo la morte vanno nel mondo dei santi dove vivono gli eremiti. I buoni capifamiglia ed i mendicanti religiosi vanno nella regione di Brahama mentre la regione imperitura degli Yogi che si dedicano alla mistica adorazione della divinità, è posta da Vishnu al di sopra di tutto ed in quel luogo si medita costantemente sull’Essere Supremo.

Per combattere “il cambiamento climatico” e l’ottusità di chi propaga queste teorie atee infilandole in ogni dove, vale la pena citare la storia di Re Mandhata, della siccità che aveva colpito il suo regno e del metodo per ripristinare la regolarità delle precipitazioni. La si trova narrata nel Bhavishya-uttara Purana ed è raggiungibile seguendo questo collegamento.

Come annaffiando una pianta alle radici si da beneficio all’intero albero, così tutti i sacrifici rituali hanno lo scopo di soddisfare Dio. Gli esempi non mancano, come ad esempio la storia di Dhruva narrata nel Bhagavata Purana (canto 4,  capitolo 9) ed anche nel Vishnu Purana:

Dhruva era il secondo figlio del Re Uttanapada. nato dalla sua seconda moglie, Suniti. Dalla prima moglie, Suruci, il Re era padre anche di Uttama, destinato al trono. Per farla breve, Dhruva si rivolse prima a sua madre che gli disse che il trono regale appartiene a coloro che lo hanno meritato in funzione delle loro azioni passate. Dhruva, che aveva in quel momento quattro o cinque anni, si rivolse ad un gruppo di anacoreti per cercare di aumentare quel merito religioso che conferisce ogni bene, come l’acqua scorre verso il basso. I saggi risposero a Dhruva:

La posizione suprema non è alla portata di uomini che non riescono a propiziare Govinda, quindi adora il Signore Acyuta. Chi riesce a compiacere Janardana, il primo degli spiriti, ottiene dignità imperitura e se desideri una posizione insuperabile, sforzati di compiacere l’anima del sacrificio che è Vishnu, perché così facendo, non c’è nulla che l’uomo non possa acquisire.Prima di tutto devi abbandonare tutte le impressioni esterne e poi devi fissare la mente sull’essere supremo che fonda il mondo, recitando mentalmente questa preghiera “Om! Gloria a Vasudeva, la cui essenza è la saggezza divina, la cui forma è imperscrutabile e si manifesta come Brahama, Vishnu e Shiva.”

Un altro esempio di come i sacrifici vedici influenzino il clima, ci viene dalla storia di Re Vena, narrata anche nel Vishnu Purana.  Vena era diventato il malvagio imperatore del mondo e pieno di falso ego, emanò un editto In cui si proibivano i sacrifici, dare l’elemosina ed offerte, perché Re Vena si considerava l’unico signore e consumatore di sacrifici . Un gruppo di Brahamana saggi tentarono di far cambiare idea al Re ma non ci riuscirono, nonostante le loro articolate e valide argomentazioni spirituali. Senza il compimento di sacrifici ed attività religiose virtuose, la Terra divenne un luogo desolato e tutta la vegetazione seccò.

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