Essere “in una botte di ferro” oppure anche “in un ventre di vacca” sono modi di dire che vogliono significare che uno è al sicuro, protetto.
Fior fiore di psicologi ci dicono che la condizione del feto all’interno dell’utero materno è invidiabile, tanto che secondo loro vorremmo inconsciamente tornare in quel luogo sicuro ed accogliente.
A me risulta il contrario, cioé che il feto all’interno dell’utero prega Dio che lo liberi da quella situazione infernale. Arriviamo a promettere a Dio qualsiasi cosa, che ci impegneremo dopo la nascita a servirLo al meglio, che ci ricorderemo di Lui etc.
Un tentativo famoso di uccisione di un feto nell’utero materno, è il lancio da parte di Ashwathama, di un Brahmastra contro Maharaj Parikshit, che si trovava appunto all’interno dell’utero di sua madre Uttara.
Vishnu (Krishna) protesse il feto e così tutti noi abbiamo ricevuto Il Bhagavad Purana in modo che si possa studiare cosa si dovrebbe realizzare prima di morire.
Con la morte di Maharaj Parikshit, inizia il Kali Yuga.
In questa età di Kali, l’aborto o uccisione del bambino all’interno dell’utero, è diventato molto comune e talvolta un bambino viene persino ucciso dopo la nascita.
Gli stessi scienziati atei secondo cui il bambino nel grembo materno vive una esperienza idilliaca, dicono che il feto non ha vita ma è semplicemente un pezzo di materia. Se il grumo di materia viene interrotto da un’operazione chirurgica, nessuna vita viene uccisa; il corpo di un bambino è come un tumore, e se un tumore viene operato e gettato via, le persone non vengono coinvolte in alcun peccato.
Nel Manava Dharma Shastra o Trattato di Manu Sulla Norma (Nuova Universale Einaudi – Federico Squarcini e Daniele Cuneo – ISBN 978-88-06-19977-7) al Capitolo 1 si parla di flora e fauna, versi dal 42 al 50 e si apprende che:
“Avvolte da una multiforme oscurità causata dalle loro azioni passate, tutte queste creature vengono alla luce dotate di consapevolezza e sperimentano piacere e dolore.”
A scanso di equivoci, l’elenco comprende gli animali domestici, quelli selvatici, le fiere, gli uccelli, i rettili, le tartarughe, gli insetti che mordono o pungono, i pidocchi, le mosche, le pulci etc.
I vegetali arborei che nascono da un germoglio, da un seme o da una talea, che producono fiori e frutti, quelli che non fioriscono, i cespugli, le erbe, le piante rampicanti etc.
Se anche la fauna e la flora sperimentano piacere e dolore, se in Italia la legge penale sanziona il maltrattamento degli animali, perché per il feto non si dice niente? I costi dell’aborto vengono sostenuti dalla fiscalità generale, quindi la responsabilità del crimine viene spalmata sui cittadini che pagano le tasse. Ma anche se tali costi venissero coperti dal denaro personale, comunque sarebbe il risultato di energie spese in cooperazione, per il conseguimento delle somme necessarie all’intervento.
In pratica, siamo parte di una associazione a delinquere che coinvolge e probabilmente tutti dovranno prima o poi risponderne, in un modo o nell’altro.