LA VITA È COME UNA STOFFA RICAMATA DELLA QUALE CIASCUNO NELLA PROPRIA METÀ DELL’ESISTENZA PUÒ OSSERVARE IL DIRITTO, NELLA SECONDA INVECE IL ROVESCIO: QUEST’ULTIMO NON È COSÌ BELLO, MA PIÙ ISTRUTTIVO, PERCHÉ CI FA VEDERE L’INTRECCIO DEI FILI
Arthur Schopenhauer

È stata calcolata dagli scienziati la presenza di ben 60 miliardi di pianeti abitabili nella nostra galassia. Le palpebre hanno pochi millimetri di spessore e l’ammiccamento (aprire e chiudere le palpebre) avviene circa 12 volte al minuto. Se chiudiamo gli occhi, non vediamo nemmeno le nostre mani anche se sappiamo essere sempre attaccate al nostro corpo, quindi i calcoli degli scienziati sono falsati da sensi imperfetti.

Vediamo quel che crediamo di vedere. Una corda può sembrare un serpente, quando in realtà è una corda oppure è un serpente e ci sembra una corda.
Allo stesso modo, la cultura e le cosiddette religioni, sono come lenti colorate davanti agli occhi. Ad esempio gli indigeni della Foresta Amazzonica, come vedono gli aeroplani nel cielo? Noi li vediamo come macchine con dentro dei piloti e sappiamo persino riconoscere se si tratta di un Cargo o di un volo di linea con passeggeri a bordo. Osservando un aeroplano volare, subito ci viene in mente l’Aeroporto, i bagagli, il Check-in, il Passaporto etc.

Quando guardiamo un animale, cosa ma soprattutto chi vediamo?

La cultura ci fa vedere cibo oppure un amico oppure un pericolo. Altre volte proviamo solo ribrezzo e fastidio. Le zanzare e le blatte sono da debellare mentre il cagnolino non si deve abbandonare. Questi sono gli effetti della cultura: siamo abituati a “vedere” in un modo o nell’altro a seconda delle usanze.
Per “vedere” le cose come sono, per vedere l’intreccio dei fili, bisogna essere veramente fortunati.

Ogni essere vivente prova dolore. Le persone che non vogliono essere complici delle sofferenze inflitte agli animali, diventano vegetariani oppure vegani e si cibano a seconda dei casi di vegetali, semi oleaginosi, alghe, frutta. Una tradizione ormai quasi scomparsa, è quella di ringraziare Dio per il cibo e non sono rari i vegetariani o vegani che rifiutando l’esistenza di Dio, pensano che i vegetali non soffrano.

L’unico modo intelligente, visto che per vivere dobbiamo mangiare, è l’offrire con amore a Dio il cibo. Poi, man mano che con l’abitudine ad una alimentazione il più possibile non violenta, il corpo e l’intelligenza migliorano, si potrà scorgere in ogni essere vivente la scintilla divina.

Sono ormai moltissimi gli scienziati e le Organizzazioni che mettono in guardia sulla insostenibilità ambientale di una alimentazione carnivora. Pochissimi i sapienti che insegnano a vedere in ogni essere vivente un frammento di Dio.

Te, da che parte stai?

Vegetarismo e Spiritualità

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